Memorie di un Ulisse
come lacrime nella pioggia
una coproduzione Replicante teatro/framedivision
«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire.»
Questo breve monologo del “replicante” Roy Batty, interpretato da Rutger Hauer, che chiude “Blade Runner” il film che, nel 1982, ha rivoluzionato la fantascienza al cinema, non solo ha ispirato il nome della compagnia Replicante teatro ma diventa l’incipit della nuova coproduzione 2023 (seconda azione teatrale da vedere attraverso una ferita) dedicata al progetto “prosopon”.
C’è, in questo breve monologo, il senso più profondo del pensiero di Ugo Foscolo quando intuisce, e afferma, che l’unica forma di immortalità che abbiamo e che, dunque, esite per certa è quella di essere ricordati da coloro che ci sopravvivono. Portandoci dentro attraverso i loro ricordi, nei ricordi delle cose che abbiamo detto e fatto nel corso della nostra vita, in un certo senso, coloro che ci sopravvivono fanno sì che noi non moriamo del tutto proprio perché continuiamo a vivere grazie alla loro memoria.
A partire da questa verità, desideriamo riprendere la figura di Ulisse e chiudere il dittico che si è affacciato e che abbiamo varato nel corso del 2022 attraverso l’allestimento di “Le tele di Penelope”, il primo quadro dedicato al viaggio.
Da una parte, l’odissea di chi non può accingersi materialmente a viverla (Penelope) e la sogna così forte da trasformarla in una possibile altra vita che esiste anche solo per il fatto che è stata sognata (“Le tele di Penelope”). Dall’altra, un’odissea vissuta (quella di Ulisse), ma che rischia di andare perduta (“come lacrime nella pioggia”) se non verrà ricordata dai viventi che gli sopravviveranno.
L’idea…
Una pioggia incessante cade sull’attore che, immerso in quell’acqua irrisolvibile da cui è venuto al mondo (e che lo ha rubato per 10 anni), in un’emorragia di ricordi condivide con il pubblico, attraverso un monologo live e virtuale insieme, le 9 tappe che dalla rocca di Ilio lo hanno condotto fino al palazzo di Alcinoo (il traghettatore che gli consentirà di tornare a Itaca – secondo alcune interpretazioni la casa del padre e, dunque, dell’anima) passando attraverso la nascita dell’uomo contemporaneo (violento erede degli Achei) che ha spazzato via definitivamente la cultura di Troia (quella delle sacerdotesse), quando Troia era ancora, e semplicemente, una città.
con Andrea Damarco – drammaturgia Andrea Damarco e Alexine Dayné – regia, testi e luci a cura di Andrea Damarco – drammaturgia immagini Alexine Dayné – montaggio Michel Domaine – installazione scenica – Andrea Damarco e Paolo Lamberti – Musiche Clint Mansell e Le trio Joubran
Bibliografia:
Odissea (Omero – edizioni Einaudi )
L’antro delle Ninfe (Porfirio -edizioni Adelphi)
Le nozze di Cadmo e Armonia (Roberto Calasso – edizioni Adelphi)
Blade Runner (Ridley Scott)