MORTE DI MINOTAURO

azione spettacolare senza un senso

 

una produzione di

Replicante teatro e Mamima Swan

in collaborazione con

U.I.C. e Ipovedenti Valle d’Aosta

Direzione musicale

Matteo Cigna (Direttore Artistico Mamima Swan)

Ideazione Drammaturgia e Regia

Andrea Damarco (Replicante teatro)

con

Andrea Carlotto,  Tiziana Centola, Matteo Cigna, Alessandro Damarco, Andrea Damarco, Cristina Grimaldi, Giorgio Manella, Giovanni Papone, Elisabetta Pasqualin, Ermes Tomagra, Maurizio Tomagra, Sara Venturotti, Francesca Zanin

È prosa, musica e danza sciolti insieme, in un’azione spettacolare che si fa viaggio…

E ogni viaggio va “consumato a piedi”, perché così si compiono gli spostamenti importanti. Si deve procedere lentamente – centimetro per centimetro – centellinando gli atomi di un percorso… Ed è un viaggio al buio, questo, un viaggio da cui possono affiorare le nitide luci di una narrazione corale che si rivolge al corpo prima che alla mente, ai sensi prima che all’intelletto.

È una narrazione che si spalanca dentro e non fuori lo spettatore. Una storia in movimento che attraversa lo spettatore come un pensiero, come un odore, come un’intuizione; è uno scivolare avanti ostinato e costante, in cui il pubblico è attraversato e attraversa di continuo gli eventi… Eppure, mai si brancola nel buio, ma nel buio ci si sposta, si procede, e nel buio ci si sofferma a considerare la propria condizione di miopia nei confronti delle cose, una miopia che si risolve rinunciando a guardare, scegliendo di vedere…

GUARDARE NON È VEDERE

Ecco perché in Morte di Minotauro non si può guardare, perché ci sono delle cose che non si possono guardare: si possono solo vedere…

Le esperienze e la sperimentazione che hanno caratterizzato negli ultimi decenni alcune compagnie di teatro e determinato, quindi, nuove forme espressive di un certo tipo di Teatro, ci hanno aiutati in questo percorso e…

Lavorando, in questi ultimi anni, fianco a fianco con alcuni non vedenti dell’U.I.C della Valle d’Aosta (o ciechi, come ci hanno suggerito di definirli) desideravamo – tutti insieme (Replicante teatro, Mamima Swan e U.I.C.) – creare uno spettacolo che avesse una priorità: una riflessione sulla cecità e sull’esistenza che si compie quando si sta nel buio…… È accaduto qualcos’altro. Il buio, e il concetto di buio che noi vedenti avevamo, si è acceso di nuove verità: il buio non è vuoto ma ci fa sentire soli; ciechi lo siamo tutti e nessuno, dipende da cosa vogliamo vedere e da cosa ci stiamo ostinando a guardare; a forza di guardare siam diventati tutti ciechi e sordi…

A quel punto abbiamo capito che Morte di Minotauro non sarebbe mai diventato uno spettacolo e, replica dopo replica (con i bambini fino agli anziani) insieme e grazie al pubblico stiamo, a poco a poco, scoprendo che cosa sia in realtà.

La storia

La storia è quella del Minotauro, di Arianna, di Teseo, di Minosse, re di Creta, e di sua moglie Pasifae… dei fanciulli ateniesi consacrati in pasto al mostro… ed è una storia nota. Ma poco conosciuta. Pochi, infatti, saprebbero mettere in ordine i tessuti di questo arto mitologico…

Poseidone, fratello di Zeus e Signore del mare, donò a Minosse, re di Creta, un toro sacro perché lui glielo sacrificasse. Minosse no, non lo sacrificò, e lo rinchiuse nelle stalle con molte vacche. Poseidone si infuriò… E Pasifae, sposa di Minosse re di Creta, s’invaghì del toro, toro bianco nato dal mare… Lo volle e copulò con lui. Dall’accoppiamento innaturale nacque un figlio… mezzo uomo e mezza bestia. Corpo umano, testa di toro: Minotauro. Minosse lo incarcerò nel labirinto e lo nutrì con carne umana… Androgeno, figlio di Minosse, fu assassinato dagli ateniesi… Minosse conquistò Atene, e le impose un tributo. Sette fanciulli e sette fanciulle ateniesi, ogni nove anni partivano da Atene quale cibo per Minotauro… Molte volte – in quattordici – andarono a morire. Teseo, figlio di Egeo e di Etra, si unì alla spedizione dei fanciulli. Arianna figlia di Minosse si innamorò di lui e gli offrì un gomitolo di filo: <<Quando entrerai nel labirinto svolgilo, uccidi mio fratello – Minotauro – e, seguendo il filo, torna…>>

Sette fanciulli e sette fanciulle per l’ultima volta entrarono nel labirinto, tra loro v’era Teseo, ed era buio il labirinto


A questo punto, il pubblico (quattordici spettatori alla volta, proprio come i fanciulli ateniesi), bendato, verrà invitato a seguire con le mani un percorso guidato (come fosse la cordicella di Arianna) che lo condurrà lungo tutto il viaggio come fecero i fanciulli ateniesi nel labirinto… Voci, musicisti, ballerine, rumoristi accompagneranno il pubblico lungo tutto il percorso, ritracciando le tappe di un’avventura che si fa piccolo viaggio dentro il buio.  Nella mitologia. Attraverso i sensi.

                  La durata dell’azione spettacolare è di circa trentacinque minuti e il numero degli spettatori deve essere il quattordici. Quattordici spettatori per ciascuna rappresentazione…

                  E’ per questo che lo replichiamo più volte nel corso della giornata.

                  Morte di Minotauro è nato in collaborazione con l’U.I.C. (Unione Italiana Ciechi della Valle d’Aosta) per verificare e poi dimostrare l’esattezza di due intuizioni: il buio non è vuoto e Guardare non è Vedere.

              Se per un pubblico adulto la cecità che “impone” questo spettacolo è anche un viaggio nel mondo dei non vedenti, per il bambino, la cecità che “impone” questo spettacolo, diventa l’occasione per una iniziazione alla mitologia attraverso un gioco, un gioco che ha una regola precisa: se non guardi… vedrai che bello.

Andrea DAMARCO

Direttore Artistico Replicante teatro


                  “Ho rimesso in gioco tutte le convinzioni che la società ha maturato su chi vive come me nel buio. La luce del cuore è quella di chi non vede, ecco come nasce la falsa retorica, che rende un lenzuolo candido vergato da frasi false di piombo che lacerano la verità. Io dopo anni di fratture mi sono sentito realmente un tassello di un mosaico, una persona che vede come chi lo circonda. Emozioni raccolte in una bisaccia di una sera, per superare il deserto del non sapere…”

Luca CASELLA

Ex Presidente U.I.C. Valle d’Aosta


“Incontri e Dialoghi, allo stesso tempo obiettivi e punti di partenza nel nostro modo di proporre musica, danza e di tenere corsi. Dialoghi tra le culture, incontri tra le persone, ponti tra le forme d’arte… Da qui siamo partiti per produrre questo evento.”

Matteo CIGNA

Direttore Artistico Mamima Swan