OIKOS teatro a dimora

Oikos è fin dai tempi antichi “la casa”: la casa per antonomasia, in quanto la parola indica non solo il luogo dove si abita, ma l’insieme di significati che fanno di una casa la propria dimora, e quindi le cose che scegliamo per essere più vicine a noi, le idee e i sentimenti che mettiamo in circolo nella nostra sfera intima, le persone con cui vogliamo condividere un tempo scelto.

Teatro deve il proprio significato ad un antico verbo che significa guardo, osservo attentamente e custodisco, sono spettatore attivo. Guardare, dunque, parole? Si, perché tra parola e oggetto, tra parola e azione, non c’è frattura ma una serie infinita di connessioni che fanno l’essenza della condizione umana.

Mettere a dimora significa piantare una nuova pianta, donare la terra ad una radice nuda perché attecchisca nel suolo, germogli e si sviluppi.

Mettere il teatro a dimora significa la stessa cosa.

Cambia solo l’oggetto: non una pianta, una radice nuda, ma visioni.

Da condividere quindi aprendo un  luogo speciale, la propria casa, a persone con cui ci sentiamo bene, in sintonia: per confrontare e moltiplicare immagini, parole, idee. Insieme a due attori che propongono uno spettacolo di lettura drammaturgica. E per dedicarsi un tempo giusto, libero dalla frenesia e dedicato a noi stessi. Il teatro si può fare ovunque ci sia pubblico.

Il padrone di casa invita un gruppo di amici presso la propria casa per condividere una serata speciale: un aperitivo o un dopocena può essere l’occasione iniziale. Ma all’ora più adatta, che volta per volta può cambiare “c’è teatro”. La dimensione raccolta, lontana dalle masse dello spettacolo e dal consumo, non sarà  un confine angusto : la vicinanza diventa anzi una forma di poetica che celebra la profonda differenza tra “spettacolo” e “teatro”, inteso come portatore sano di una grande forza espressiva, dialettica e di confronto. Oppure, più semplicemente, quella vicinanza permette il silenzio necessario affinché il teatro accada.

da “il blog di Gaetano Lopresti”

Il progetto “Oikos – Teatro a dimora” di Replicante Teatro ha debuttato ad Aosta sabato 21 marzo. Non al Teatro Splendor, però. Né, tantomeno, al Giacosa. Piuttosto, nell’appartamento della famiglia Salomone-Zigiotti, in Via Monte Vodice 2.

Il primo giorno della primavera 2015 ha, infatti, segnato l’inizio di una rivoluzione copernicana per il teatro valdostano (e, forse, per la cultura di questa regione): non sono, infatti, stati gli spettatori ad andare a teatro, quanto, piuttosto, gli attori a recarsi al loro domicilio. La famiglia ha, così, condiviso la casa (intesa nel senso più ampio di “oikos” che, nella Grecia antica, comprendeva anche la cerchia di relazioni amicali che vi girano attorno) con gli attori Andrea Damarco e Barbara Caviglia, che nell’occasione hanno proposto la lettura de “Il Cavaliere inesistente” di Italo Calvino per, poi, passare la parola al filosofo Enrico Montrosset che ha avviato coi presenti un confronto sul tema dell’Essere o Esserci.

Il tutto senza biglietto né tessera, ma solo una libera offerta, in perfetto stile crowdfunding, per sostenere il progetto. «E’, indubbiamente, un’iniziativa nata per combattere la crisi che anche in ambito culturale sta colpendo duro.- ha spiegato la Caviglia- Ma rientra anche nella valorizzazione del lato sociale del teatro che da qualche anno stiamo portando avanti. Ci piace pensare che il Teatro possa essere utile, perché, se ci si intestardisce su una sua idea ottocentesca, siamo morti

La dimensione più intima ha esaltato il recupero di un Teatro inteso come “portatore sano di una grande forza espressiva, dialettica e di confronto”. «Bisogna mettere in rete il pensiero-ha insistito Barbara- che, invece, sempre più spesso è messo in un’altra rete, quella che lo stritola

Le reazioni dei partecipanti, postate sulla pagina Facebook dell’iniziativa sono state entusiaste.

L’aria era ricca di energia positiva.- ha scritto un’anonima- Grazie per le domande, per le riflessioni, che mi stanno aiutando ad ampliare il mio modo di ragionare, di pensare“. E Alessandra Miletto ha aggiunto: “Mi unisco ai ringraziamenti per la splendida serata, per le parole, la magia, le riflessioni, il sogno, l’essere e l’esistere. Davvero l’energia positiva era palpabile. Era ed esisteva… Una boccata di ossigeno in un clima asfittico.”

Grazie al passaparola sono seguite una dozzina di repliche in cui sono stati rappresentati altri due titoli, con relativi temi su cui discutere: “La fattoria degli animali” di Orwell (o del Sogno e del Potere) e il Libro di Giobbe dell’Antico Testamento (o del Dolore).

Chiunque può, comunque, ospitare “Oikos” (“basta una stanza, un giardino, un terrazzo, un garage, una taverna”) contattando i seguenti numeri: 340 7861544 (Barbara Caviglia), 333 4717284 (Andrea Damarco).