Sparato – (S)concerto per Sankara

un progetto di Andrea Damarco e Marco Giovinazzo

Lo spettacolo nasce nel 2016 a seguito di un viaggio in Burkina Faso e  dalla volontà di Andrea Damarco e di Marco Giovinazzo di non abbassare mai la guardia nei confronti di alcune problematiche. Ad esempio quelle legate alla difficile realtà dei migranti, della cooperazione internazionale e dell’integrazione. Nonché alle reali cause che determinano instabilità in alcuni paesi e, di conseguenza, la necessità, per certi popoli, di fuggire dalla loro terra.

Il 2022 ha visto la compagnia impegnata a riallestire lo spettacolo dedicato al Che Guevara africano arricchendolo con la presenza di due nuovi musicisti: Lorenzo Guidolin e Maurizio Amato

scritto e narrato da Andrea Damarco

musicato dal vivo da:

Maurizio Amato – djéli ‘ngoni basse, basso elettrico

Matteo Cosentino – afrodrum

Lorenzo Guidolin – balafon

Luci e suono Alessandro – Longo

“Sono tornato di recente dall’Africa… Burkina Faso, ex Alto Volta… Il paese in cui nacque e morì – sparato – un uomo: Thomas Sankara. Manco sapevo chi fosse… Poi ho saputo. È il Che Guevara africano. Ma non fumava il sigaro… Non so nemmeno se fumasse ma… se fumava, fumava roba buona perché aveva un sogno potente: fare con l’Africa, quello che il Che voleva fare con l’America Latina. Pensate… Lui sognava un mondo giusto… un mondo in cui uno ha diritto di essere felice sì, ma solo a patto che lo siano anche tutti gli altri… Sparato!”

Questo è l’incipit dello spettacolo.

Sono appunti di viaggio, riflessioni, pensieri di e su un uomo che è stato un grande rivoluzionario contemporaneo, Thomas Isidore Noël Sankara: nato il 21 dicembre del 1949 a Yako (Alto Volta) fu assassinato il 15 ottobre del 1987 a Ouagadougou (capitale del Burkina Faso) “probabilmente” da Blaise Campaoré – il suo migliore amico (e subito dopo avergli sparato, Presidente del Burkina fino al dicembre del 2015). Dietro, pare ci siano Francia e USA… Pare. Ci sembra importante continuare a parlare di lui, di Thomas Sankara, perché la luce non è mai abbastanza chiara.

Si tratta di uno studio, di un primo approdo a seguito di questa prima navigazione. Come scriveva Walter Benjamin, l’origine è la meta e custodisce l’autentico, quindi traccia la via senza farsi spazientire dal vagare dello sguardo. Stiamo navigando verso uno spettacolo di narrazione dove il narrato acquisti un’ampiezza di vibrazioni che manca all’informazione, dove il narratore (attore o musicista non importa, semmai tutti e due insieme!) descriva le idee come costellazioni del cielo, e il loro rapporto con le cose come il rapporto che c’è tra quelle immagini e le stelle vere e proprie.

“Entre le riche et le pauvre

il n’y a pas la même morale.

La Bible, le Coran

ne peuvent pas servir dans la même manière

celui qui exploite le peuple et celui qui est exploitée.

Il faudra deux éditions de la Bible… et deux du Coran”

Thomas Sankara

  • Una foglia, una storia. Vita di Thomas Sankara Valentina Biletta – Ed. dell’Arco
  • Thomas Sankara. I discorsi e le idee Introduzione di Paul Sankara – trad. di Marinella Correggia – Ed. Sankara
  • L’Africa di Thomas Sankara. Le idee non si possono uccidere. Carlo Batà – Ed. Achab
  • Sankara Alessandro Aruffo – Massari Editore
  • “ … e quel Giorno uccisero la felicità” Silvestro Montanaro – C’era una volta – RAI 3
  • Estate 2015. Appunti su un viaggio in Burkina Andrea Damarco

Bisognerebbe, ora, che queste pagine bianche, sì,

tutte queste pagine diventassero irte di rupi rossicce,

e si sfaldassero in una sabbietta rossa e fine: la terra del Burkina.

Cubetti di terra in mezzo a campi coltivati, adesso: casette.

Riuscite a immaginarle?

Ora, tagliata in due da una strada affollata,

lunga e diritta,

percorsa da auto, camion e biciclette,

sui due lati scorre la campagna.

Tutto qui, tutto qui, su queste pagine ho dovuto farci stare:

la strada maestra polverosa,

i carretti tirati dai somari;

infinite motociclette,

e auto sgangherate piene di facce e di pacchi straripanti

e di animali legati su ogni tetto;

e poi donne, a piedi, con enormi carichi poggiati sulla testa;

odore di erba e di marcio, bambini e ciabattine;

ragazze diritte e fiere nelle loro schiene di vent’anni;

odore di fumo, di fango, di marcio e di pioggia;

odore di pelle bagnata e di gasolio, di fogne, di cielo, e di carbone…

di pollo.

Dolciastro. Bruciato. Speziato.

Ecco, una linea rapida della mente, e siamo in centro alla città.

Un altro tratto, ed ecco una folla di uomini e donne e bambini.

Qui, in mezzo a tutti questi fogli, in mezzo a tutto ‘sto casino,

c’è un uomo che parla.

Sorride

e, tutti intorno,

quegli uomini, quelle donne e quei bambini.

Ci sono anche militari e contadini.

Tutti insieme.

E quell’uomo sorride e parla.

Non è Gesù.

O magari è lui, ed è tornato;

e chi lo sa!

E si chiama Thomas – questa volta – Thomas Sankara.

Appunti di un viaggio in Burkina (estate 2015 – Andrea Damarco)