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Ti dico un libro #iorestoacasa

Replicanteteatro per l’emergenza COVID-19

In questo momento di emergenza proponiamo il nostro progetto TI DICO UN LIBRO in una versione inedita, sperimentale, per continuare a rimanere in contatto con le persone attraverso gli strumenti che ci sono possibili. Creatività in emergenza. Un desiderio di vicinanza che per mezz’ora al giorno si realizza cosi, come una piccola-radio-londra. Perché la normalità è un’apparenza, e a volte bisogna ascoltarla con una certa intenzione.
Replicante teatro, cioè Barbara Caviglia e Andrea Damarco, in diretta telefonica con Fabiola Megna di Radio Proposta in blu. Tutti i giorni diretta telefonica alle 20.30 107.8 fm o in streaming (nazionale e internazionale) sul sito di Radio Proposta in blu. I podcast delle puntate possono essere ascoltati qui, o scaricabili dai link qui a fianco.


Non è la ricchezza che manca al mondo, ma la condivisione. È povera la stagione in cui chi ha voce non la usa per impegnarsi su ciò che accade intorno a lui. In questo momento così difficile ed incerto, ci fa piacere poter fare anche noi la nostra parte, con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Un piccolo dono rivolto a tutti coloro che avranno piacere di condividere un momento della giornata con noi, per trascorrere mezz’ora in nostra compagnia e soprattutto in compagnia di un racconto. Perché come Sherazade insegna, anche questo può avere la sua importanza nell’affrontare un momento di difficoltà.
Il progetto Ti dico un libro nasce dieci anni fa da una convinzione: la lettura ad alta voce esprime una possibilità di arricchimento e di scoperta sia per chi legge sia per chi ascolta. Il testo diventa materia comune attraverso cui affiorano emozioni ed esperienze da condividere. Attori e ascoltatori entrano in una relazione particolare – che è già teatro.
All’inizio di marzo abbiamo proposto alle Istituzioni scolastiche con le quali collaboriamo di mantenere attivo il progetto nonostante le difficoltà dei tempi, e questo ci ha reso possibile continuare ad incontrare i ragazzi, anche se attraverso il web e non con la presenza fisica.
Ma abbiamo pensato che potesse essere possibile stabilire un contatto anche con il resto della popolazione, e così è nato TI DICO UN LIBRO #iorestoacasa, accolto da Radio Proposta in blu.
Per le dirette telefoniche su Radio Proposta in blu abbiamo mantenuto l’intenzione del progetto originario ma abbiamo scelto un titolo non in repertorio. Lo abbiamo scelto in maniera estemporanea, istintiva: “La boutique del mistero” di Dino Buzzati. È una raccolta di racconti brevi (31) in cui il verosimile e l’improbabile diventano parte di un quotidiano semplice e complesso insieme, ma reale come mai. A differenza di quanto facciamo normalmente per il progetto, cioè di curare drammaturgie originali dei testi scelti, questa volta, per rispondere rapidamente alla necessità, abbiamo pensato di leggere un racconto ogni sera direttamente dal libro. Con un desiderio e una volontà di aprire virtualmente tutte le nostre case e soprattutto di mantenere libere e aperte tutte le nostre menti allo scambio e alla relazione, in questi tempi difficili di chiusure forzate.
In un momento così tragicamente concreto e allo stesso tempo surreale, come quello che stiamo vivendo, ci è parso potesse essere adatto alla situazione. Per stare bene insieme ma anche per condividere attraverso i testi piccole riflessioni sul nostro presente.
Anche noi siamo forse in quella boutique buzzatiana misteriosa, abbandonata, avvelenata?
Certamente anche noi viviamo in luoghi in cui si consuma il normale e in cui il normale diventa mistero appena lo si osserva spostando la luce, lo sguardo, le angolature.


Note sul testo
Nella prefazione de “La Boutique del mistero” di Dino Buzzati, pubblicata per la prima volta nel 1968,
si legge:
(…) in questi racconti il mistero si presenta sotto due aspetti:
– come invenzione pura, dove immaginaria è l’intera situazione; o come creazione fantastica,
con una precisa funzione significante e con un senso da scoprire e da interpretare.

È però possibile suddividere il tema buzzatiano del mistero secondo un’altra modalità di classificazione, che tenga conto del modo in cui viene attuato il rapporto tra mistero e realtà.
Ci sono dei racconti di Buzzati che dichiarano subito ciò che sta dietro la vicenda;
altri che trattano come naturali certi impulsi dell’inconscio e certi sentimenti, di solito non confessati;
altri che, attraverso fantasmagorie d’ogni tipo, intendono polemizzare con una tesi preventivamente avvertita dall’autore;
altri, infine, che non hanno altro obiettivo se non quello del gioco gratuito.
(…) Buzzati, nella sua “Boutique”, sceglie parole del linguaggio parlato: non sono parole ricercate e artificiose, le sue, sono parole di cui tutti noi ci serviamo per comunicare tra noi ogni giorno.
(…) È un linguaggio, il suo, volutamente non prezioso; all’interno del gioco delle trame e delle soluzioni, è proprio la parola più usuale, o addirittura la più frusta, che diventa segno di ambiguità, di mistero, di illusione, di paura.

Dalla “boutique avvelenata” alla “Foresta Sacra”

Dino Buzzati ha 29 anni quando pubblica “Il segreto del Bosco Vecchio”.
È il 1935.

L’Italia è in guerra con l’Etiopia, la Società delle Nazioni ci isola dal contesto mondiale, Hitler inaugura le leggi razziali, Mussolini si consolida e la censura cresce, inaugurando un tempo di vita fittizia e stranita, in apparenza intransigente ma in realtà corrotta e licenziosa…
Il fascismo ha ormai realizzato la cultura dell’azione e il suo primato sulle categorie del pensiero. Molti gli scrittori sommersi dalla propaganda; pochi gli scampati, attraverso le vie del bello scrivere, dell’ermetismo, del realismo magico, dell’evasione.
Dal canto suo, Bosco Vecchio è un mito: è la foresta sacra dove affondano le loro radici l’infanzia dello scrittore e quella dell’umanità, dimensione incontaminata che simbolizza la vita come forza gioiosa e gratuita, disinteressata ed eterna, sopra le transitorie, ancorché obbliganti, fenomenologie dei poteri.

Bosco Vecchio è abitato da un popolo di “geni”, custodi degli alberi, titolari della magica possibilità di trasformarsi a piacere in animali o in uomini, nonché di uscire dai loro domestici tronchi per vivere una vita del tutto uguale alla nostra.
Un “fantastico”, questo di Buzzati, che ci fa credere nell’incredibile perché i suoi segreti, le sue magiche coincidenze, le sue rivelanti metamorfosi, i suoi suscitanti sortilegi, sono un inverosimile che ci aiuta a esaurire il verosimile.